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Ostara: Il Risveglio Della Natura

Con l’equinozio di primavera, attorno al 21 di marzo, si assiste ad un vero e proprio risveglio della natura. Intorno a noi tutto cambia. E, se prima il cambiamento era quasi impercettibile, ora è impossibile non farci caso.

Germogli costellano i prati. I primi fiori timidamente sbocciano e gli alberi cominciano a rinverdire. Un risveglio vero e proprio.

L’equinozio è un momento astronomico molto importante in cui le ore di luce si equivalgono con quelle di buio. lo dice la parola che ha origine latina equus nocti (uguale alla notte).

Le giornate, che a partire da Yule hanno cominciato pian piano ad allungarsi, ora sono visibilmente più luminose. Tutto attorno a noi cresce, grazie alla luce che ha finalmente trionfato sulle tenebre.

Il mito

Come spesso abbiamo detto in altri post, il mito ci viene in soccorso per farci comprendere a pieno l’essenza del momento in cui viviamo. Non è certo un caso questo. Il mito in questione appartiene alla cultura  greca antica. Si tratta di una civiltà che, neanche a dirlo, ha permeato quella occidentale, sebbene molto si sia fatto a partire dall’avvento del Cristianesimo, per far sì che il suo retaggio restasse in ombra. C’è una ragione ben precisa.

La cultura greca vedeva l’individuo come parte della natura, non come suo dominatore. Nella Bibbia si sosterrà invece che il creato altro non sia che un’invenzione di dio concepita apposta per dare all’uomo un posto in cui vivere. Da qui nasce l’approccio moderno, che vede l’uomo legittimato a sfruttare senza misura la natura.

Il Greco invece  era consapevole di essere solo una piccola parte di essa. Sapeva che la natura non gli doveva niente e che quindi doveva trattarla con rispetto. Era una sua prerogativa e necessità quella di vivere secondo i suoi cicli e non il contrario. Oggi pieghiamo la natura ad i nostri bisogni, prima invece ci si piegava a quelli della natura.

Persefone/Kore

Si è già parlato sul blog di questo mito, che in questa fase dell’anno descrive molto bene il momento di trasformazione che sta vivendo la natura.

Persefone, lo ricordo, viene rapita dallo zio Ade, signore degli inferi. La madre, Demetra, signora delle messi, inizia un viaggio che potremmo definire quasi iniziatico, alla sua ricerca.

ostara, pasqua, pagani, equinozio di primaveraParimenti la figlia compie essa stessa un viaggio iniziatico, poiché da questa esperienza da fanciulla uscirà donna.

Il regno degli inferi, dobbiamo precisarlo, non è da intendersi secondo la suggestione cristiana o dantesca. Nel mito greco esso rappresenta l’oscurità, non una punizione. L’ombra come parte oscura di tutte le cose e anche di ciascuno di noi. Che poi è parte integrante del processo di trasformazione della natura, dal momento che anche la terra attraversa ciclicamente una fase di oscurità, in cui tutto resta fermo ed immobile.

Il viaggio di Persefone la condurrà in una zona a lei ignota, nella quale metterà dapprima in atto strategie per sfuggire da questa condizione. Ad esempio non accetta regali e cibo dallo zio, lasciandosi quasi morire di fame.

Ad un certo punto avviene la trasformazione: Persefone accetta l’ombra, accetta questa sua condizione. Si ciba di alcuni chicchi di melograno.  Infine per raggiungere sua madre acconsente a trascorrere metà anno nel regno dell’oscurità come sposa di Ade e l’altra metà con la mamma in superficie.

Questo è il concetto chiave. Demetra intant,o affranta per la perdita della figlia e messasi alla sua sfrenata ricerca, fa sfiorire tutti i campi. La natura smette quindi di dare i suoi frutti e sembra assopirsi. Altro non è che la metafora della stagione fredda, in cui effettivamente la natura cessa di crescere e si ritira. E’ il momento della radice, che cresce al riparo nella terra. Momento di introspezione per la natura e per noi che ne facciamo parte.

Il risveglio dei sensi

Zeus interviene nella diatriba, saputo l’accaduto. Si stabilisce quindi che per i sei mesi in cui Persefone si trova in superficie, la natura torna a germogliare e dare tutti i suoi frutti, mentre per il tempo che trascorre con il suo sposo Ade, la natura cadrà come addormentata.

L’avvento della primavera rappresenta quindi il ritorno di Persefone dal regno dell’ombra. La visione del tempo a cui si riferisce il mito, ma che permea comunque tutti i culti primordiali da cui trae origine, è ciclica. In netta contrapposizione con la concezione del tempo lineare introdotta dal Cristianesimo. Esso infatti propone una visione del tempo in cui vi è un passato, un presente ed un futuro. Il tempo ciclico, proprio anche delle religioni orientali, se vogliamo ancora più antiche di quelle occidentali, si pensi al mito della Valle dell’Indo, è fatto di un eterno ritorno.

Ostara

ostara, pasqua, pagani, equinozio di primaveraI neo pagani per accogliere l’avvento della primavera, oggi celebrano Ostara. Il nome deriva da una parola germanica dalla quale trarrà origine il moderno termine che in inglese indica la Pasqua (Easter).

E’ il momento in cui si celebra l’infanzia, la fanciullezza. La natura è appena sbocciata, Persefone è appena risalita dagli inferi.

Si esce dalle case, gli abiti si fanno un pò più leggeri, si osserva la trasformazione attorno a noi. La natura allo stesso modo fa capolino e noi adesso possiamo rendercene conto. Ci si prepara per il lavoro nei campi e la messa a dimora dei terreni.

Simboli

Il seme è il simbolo per eccellenza di questa fase. Come abbiamo detto ci si prepara per la semina. Non a caso il plenilunio di questo mese è chiamato “luna del seme”. Si pongono le basi per poter raccogliere a stagione inoltrata. Il seme è l’emblema della vita che dapprima è chiusa e ben custodita, ma che poi sboccia, fiorisce e cresce. Il seme rappresenta anche il grembo materno e questo è un chiaro richiamo all’infanzia, il momento in cui le nostre cure favoriranno il sorgere della nuova vita.

ostara, pasqua, pagani, equinozio di primaveraStrettamente correlato al seme abbiamo l’uovo. L’uovo è sopravvissuto all’avvento del Cristianesimo, ma ha radici tipicamente pagane. L’uovo rappresenta anch’esso il seme della nuova vita che sta per schiudersi. Non è un caso che oggi si regalino le uova di cioccolato e che molte pietanze della tradizione pasquale lo includano. Si mangia l’uovo per inoculare la vita che torna a sbocciare.

Il coniglio è un altro emblema molto legato alla pasqua, che non dimentichiamolo, trae origine da Ostara, dall’equinozio di primavera. Il coniglio infatti è un animale molto prolifico e questo gli conferisce un alto valore simbolico parlando di fertilità.

Ugualmente il seme e l’uovo parlano di una natura che sta per tornare alla luce. Entrambi inoltre sono rappresentazione dell’Antica Madre e richiamano i culti misterici ad essa connessi.

Il colore verde è sicuramente il colore del periodo. Molte decorazioni pasquali sono di questo colore che richiama senza dubbio i prati e le foglie che stanno rinverdendo.

Pasqua

Il Cristianesimo ha introiettato i concetti fin ora espressi, per parlare del figlio di dio che muore sulla croce. Anche qui di fatto si celebra una sorta di rinascita. Gesù muore per poi risalire nel regno dei cieli con dio suo padre (“risorge”). Non vi fa pensare a Persefone?

Così come la natura in ogni sua forma rinasce in questa fase, così noi, parte di essa, riapriamo le finestre, facciamo entrare la luce. Accogliamo la trasformazione.

Celebrare Ostara

In questo momento ci si apre al nuovo. La luce del sole invita la trasformazione. E’ un periodo consono alla purificazione in casa e dentro di noi. Fare pulizia per creare nuovo spazio per nuova energia. Ci si sente più attirati dalla natura che ci circonda. E’ utile fare delle lunghe passeggiate nei campi. Addobbare la casa con uova colorate con colori naturali e fiori. Usare una tovaglia verde o delle candele dello stesso colore.

Quale che sia la tradizione a cui ci si sente più legati, la primavera rappresenta sicuramente un risveglio totale.

Per concludere, celebrare Ostara oggi significa rifarsi al modo di vivere degli antichi, che voleva l’uomo in comunione con la natura. Ciò significa quindi rispettare i suoi cicli ed entrare in sintonia con essi per accogliere la trasformazione in noi.

 

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