Si pensa sempre alla meditazione come a qualcosa di mistico, senza considerare che invece è una propensione naturale del “nostro essere”. Capitano a tutti noi momenti in cui ci lasciamo trasportare dal “flusso”, circostanze in cui non stiamo ad analizzare la nostra esperienza o pensiamo a come fare o cosa dove.
In questi momenti non esiste passato, né futuro: questa è la meditazione. E’ rendersi conto di fa parte dell’universo, è un’esperienza gioiosa, è presenza più profonda nella vita. Erroneamente siamo portati a pensare che si tratti di solo di un’esperienza mentale, al contrario si tratta di uno stato di connessione tra mente, corpo e anima.
Ritengo di fondamentale importanza per intraprendere un percorso di autoguarigione, parlare dell’idea, per me essenziale, del “qui e ora”: stare nel presente, ascoltarsi, senza rimandare ad un altro momento, come fanno molti, che si ritrovano a ripetersi come un mantra “Un giorno sarò felice…”, “un giorno sarò diversa..”.
Questo discorso si rifà al famoso assioma di Orazio “Carpe Diem”, che nelle “Odi” invita a godersi il giorno, essendo il domani imprevedibile. Il mio percorso di consapevolezza (tuttora in atto) mi sta insegnato che comprendere il concetto del “qui e ora” aiuta soprattutto a capire che non esistono problemi, solo soluzioni, dove il problema altro non è che un pensiero ancorato nella nostra mente che finisce con l’avere ripercussioni sul nostro comportamento, limitando la nostra libertà di azione, mentre sarebbe utile comprendere che laddove fosse impossibile trovare soluzioni, il più delle volte è inutile lottare e non resta che praticare l’accettazione dello stato di cose.
Qui e ora
L’unico momento disponibile in cui essere felici è il presente. Il passato e il futuro vivono nella nostra mente. Nulla avviene senza che il presente non sia coinvolto, in quanto si tratta dello spazio in cui la vita si svolge. Tutti i momenti vissuti infatti hanno luogo nel presente.
Ora verrebbe spontaneo replicare che si tratta di una cosa tutt’altro che semplice, eppure lo è: straordinariamente semplice e naturale, come i gesti quotidiani ai quali non prestiamo attenzione come ad esempio lavarsi il viso: le sensazioni tattili che si provano sfiorandosi il viso, i movimenti accurati delle mani, il profumo del sapone.
Fermarsi a guardare un cielo, ascoltare il proprio respiro, anche queste sono azioni che siamo abituati a reputare banali perché “automatiche”. Non esistono azioni meno importanti di altre, perché ciascuna di quelle che compiamo nell’arco della giornata ha un significato e dobbiamo tornare a riappropriarcene senza farci travolgere dalla fretta o dai pensieri assillanti di ciò che sarà dopo.
La meditazione non può avere come obiettivo la soluzione massima ai nostri problemi: abbiamo bisogno di momenti di raccoglimento e di pace da cui derivano un diverso atteggiamento mentale, una visione più limpida dei problemi ed un maggiore distacco.
Respirare
Respiriamo continuamente, la maggior parte di noi lo fa in modo inconsapevole e involontario perché è il nostro sistema nervoso autonomo che ci induce a farlo. Certo è che non sempre lo facciamo allo stesso modo: variamo la lunghezza e la velocità dell’ispirazione o dell’ispirazione, il periodo che intercorre tra una fase o l’altra, il momento cioè in cui tratteniamo il fiato nei polmoni.
Incidono sul nostro modo di repirare le sensazioni che proviamo: la gioia, la paura, la rabbia, l’eccitazione, il dolore ed anche le problematiche fisiche e lo stress. Possiamo modificare una funzione automatica? Certo che si!
Una persona tesa ha il respiro rapido e superficiale, non riempie mai completamente i polmoni.
Non è un caso che quando stiamo male diciamo che ci manca l’aria: in realtà siamo davvero in debito di ossigeno. La ridotta ossigenazione del cervello ha ripercussioni sull’attività mentale e sullo stato d’animo.
Ecco perché é fondamentale imparare a RESPIRARE.
Farlo ci permette di sciogliere le tensioni e sentirci rapidamente più calmi e consapevoli.
Come fare?
Inspira profondamente dal naso cercando di fare entrare l’aria nella zona addominale (dovresti sentire la pancia che si gonfia, puoi immaginare di gonfiare un palloncino) , trattieni l’aria un paio di secondi nei polmoni e poi espira buttando fuori l’aria, lentamente e a lungo, fino a quando non senti che i poomoni si sono completamente svuotati.
Se diamo importanza alla fase dell’ESPIRAZIONE stimoliamo le funzioni corporee anti-stress e facilitiamo la fase dell’INSPIRAZIONE che risulterà più profonda e intensa.
Ricordatevi che bastono pochi minuti al giorno per abituarci a respirare meglio.
ISPIRANDO A FONDO CON L’ADDOME,
ESPIRANDO E BUTTANDO FUORI TUTTA L’ARIA.
Contribuiamo in questo modo a migliorare le nostre condizione psicofisiche.
La meditazione “giusta”
Come orientarsi nella scelta della meditazione?
La mia esperienza mi suggerisce che la meditazione “migliore” è quella che funziona meglio per me, in questo momento della vita.
Per cominciare dovreste capire che la meditazione non è la risposta ai vostri problemi.
Lo scopo è “educare” la mente, facendo in modo che nel silenzio interiore, gli strati più profondi della nostra coscienza possano venire liberamente in superficie.
È diventare consapevoli di quello che si prova senza giudicarsi e senza fare scelte: accogliere i sentimenti, i ricordi, i pensieri, le percezioni dei nostri sensi.
Iniziare è il primo passo.
In rete troverete materiale sui tipi di meditazione che possono essere più congeniali per voi.
Quello che è importante è mettersi a meditare. Ciascuno troverà la strada più adatta a sé che gli risulta più facile da praticare e che lo fa stare meglio.
Qualsiasi sia la vostra scelta, vi accorgerete che praticando tutti i giorni la meditazione diventerete più consapevoli dei vostri bisogni.
Meditare
Vi racconto uno dei motivi che mi ha spinto a meditare.
La prima esperienza meditativa è avvenuta circa 25 anni fa, durante un corso di yoga.
Negli anni l’ho incontrata più volte, c’era attrazione ma poco amore.
Durante il percorso di formazione del reiki la mia maestra la proponeva spesso e l’ho praticata con costanza.
La quotidianità è arrivata da circa quattro anni, nel momento in cui decisi che volevo cambiare lavoro. Soffrivo di momenti di ansia profonda e come se non bastasse accumulavo in me tanta rabbia.
Ho cominciato a meditare quotidianamente per caso in uno di quei momenti di ansia. Ho iniziato a controllare il mio respiro. Non pensavo di risolvere il mio “problema” ma, con il passare dei giorni l’ansia diminuiva e la rabbia che provavo verso di me si affievoliva.
Più praticavo, più mi sentivo meglio.
Più praticavo, più vedevo vie d’uscita.
Mi sono accorta che avevo creato una routine: tutti i giorni alla stessa ora (per me è utile al mattino appena sveglia). Questo mi portava benessere e con il passare del tempo sono riuscita a lasciarmi alle spalle quello che sembrava un problema senza via d’uscita: ho cambiato lavoro!
Per maggiori informazioni sulla meditazione ed il respiro, contattatemi!