La magia tiene sempre la porta aperta.
Davvero,
sempre.
Trovarla dipende solo da noi.
Banana Yoshimoto
Dicembre che gioia! E’ il momento giusto per vivere la magia dei doni della natura. Ne abbiamo parlato a lungo in Yule la rinascita del sole.
Questo periodo mi fa amare molto la mia Barbara, attraverso le sue accurate conoscenze in questi anni, ho approfondito lo studio degli archetipi delle piante. Mi sono appassionata dei miti del nord. Il nostro è un incontro alchemico. Mi ha fatto riscoprire dei valori che erano assopiti e a tratti dormienti. Trovare amore e comprensione, sentirsi sé stessi, rendono l’amicizia un dono. Quindi celebrate sempre le persone a cui volete bene.
E dopo essermi persa, mi ritrovo. Vado a spasso nei boschi a raccogliere, rami, bacche resine e resto incantata dagli alberi. Mi fermo davanti a una quercia, emblema di saggezza. E’ l’albero prediletto dagli dèi. Rappresenta il sole, ma anche il cielo terso e nuvoloso. Soprannominato dai greci pròterai matéres, che significa “prime madri”. Si dice, infatti, che sia il primo albero spuntato sulla terra, che fornì miele e ghiande per sfamare sia umani, che animali.
Il mio rito d’inverno
Chiedendo il permesso alla quercia, raccolgo parti di cortecce, rami che sono caduti, foglie, ghiande. Rispettare gli abitanti del bosco è fondamentale per comprenderne la magia. Offro sempre in dono qualche foglia di tabacco o pezzi di frutta e ringrazio. La raccolta delle erbe è come una meditazione e serve a rendere questi elementi magici. Il tronco rappresenta il mondo fisico. Le radici il collegamento coi mondi interiori. I rami, invece, sono la connessione con quelli superiori.
Quando trovo le ghiande penso al talento e alle parole Hillman ne Il Codice dell’anima. Il talento è in ognuno di noi. Se ne sta lì nascosto in attesa che lo si lasci affiorare.
L’albero come metafora della vita
L’albero può essere considerato una metafora della vita di ogni uomo. Le radici rappresentano la parte nascosta. Le nostre ombre, da accogliere e lasciare andare. Il tronco ed i suoi rami descrivono la nostra crescita. A volte sbagliamo, così come il ramo può crescere contorto, ma finisce sempre col raggiungere il sole. Anche noi come la quercia siamo in grado di trovare nuovi percorsi per trovare la luce.
Ci vogliono radici solide per accogliere il cambiamento e predisporci ad una vita ricca e piena, come l’albero lo è di foglie. Nella trasformazione verso il cambiamento dobbiamo addentrarci nell’oscurità ed essere al servizio della Madre Terra, nutrendoci ed amando.
Yule ed i popoli del nord
Una pratica propiziatoria, tipica degli antichi popoli del nord, è la preparazione del ceppo di Yule. L’usanza di decorare i ceppi da ardere nei falò rituali proviene dal nord Europa, dove si celebrava Yule in concomitanza con il solstizio d’inverno. Sebbene i popoli del nord non avessero particolari nozioni astronomiche, festeggiavano la fine delle tenebre e la nascita del nuovo anno solare. Imbandivano banchetti a base di carne di maiale e birra e facevano dei sacrifici al dio Freyr, perché portasse prosperità e pace.
Da qui deriva l’usanza moderna di addobbare un albero da illuminare con le luci.
Prepariamo il ceppo
Abbiamo bisogno di un ceppo, meglio se di faggio, rametti di erbe solstiziali come Betulla (per i nuovi inizi), Abete (sempreverde simbolo di resilienza), Vischio (pianta sacra), Agrifoglio (pianta dell’anno calante), Edera (Pianta del dio solstiziale) e Quercia (pianta dell’anno nascente). Potete procurarvi alcuni di questi elementi in natura o semplicemente rivolgervi al vostro fioraio di fiducia.
Le candele da usare, meglio se di cera vegetale, possono essere unte utilizzando un olio vegetale magico, preparato apposta per Yule.
Olio per le candele di Yule
Gli ingredienti sono per per 10 ml olio base (girasole o olio vettore a scelta) e comprendono 3 gocce di olio essenziale di zenzero,3 di olio essenziale di chiodi di garofano,
3 di olio essenziale di arancio. Aggiungiamo anche un pizzico di cannella in polvere. Una volta raccolti tutti gli elementi, mettere l’olio base in una boccetta di vetro scuro ed agitare. Lasciamolo riposare almeno una settimana, prima di utilizzarlo per ungere le candele di Yule.
Lo zenzero è perfetto per riequilibrare le energie che non sono in armonia. I chiodi di garofano caricano fortemente di energia qualunque ambiente, liberandolo dalle negatività. L’ arancio dolce dona stimolo creativo. Infine la cannella favorisce il calore fisico e spirituale.
Tutti questi oli, infine, possono essere impiegati per diffusione in ambiente senza necessità di aggiungere l’olio vettore. La loro sinergia crea infatti un contesto piacevole, in cui sentirsi protetti.
Le barriere razionali cadono lasciando posto all’istinto.
Focalizzarsi sull’intenzione
Una volta decorato il ceppo con erbe e candele, facciamo scrivere a tutti gli abitanti della casa un buon proposito o un desiderio su un foglietto, che avvolgeremo e legheremo al ceppo con nastri di colore rosso. Il ceppo può diventare una decorazione per la casa o un centrotavola per il periodo delle feste, al termine della quali verrà bruciato nel camino (per chi ce l’ha). Chi non ha la possibilità di farlo, può far bruciare interamente le candele. Allo stesso modo brucerà i foglietti arrotolati compiendo il gesto rituale di donarli al fuoco, affinché si realizzino. Il ceppo può essere offerto ad un albero, come dono per la Madre Terra o conservato, per essere riaddobbato l’anno successivo.
Il rituale non si limita ad eseguire gesti codificati, ma è tutta questione di focalizzarsi sull’intenzione.
Yule è il momento ideale per concentrarsi sui nuovi progetti, di tirare fuori dal cassetto i sogni ed i desideri e di cominciare a lavorare per fare sì che si realizzino.
Brindiamo, dunque, ai nuovi inizi ed alla luce nascente di questo nuovo sole bambino.
Godere della magia del momento
Man mano che la luce si fa spazio tra le ombre, ci dedichiamo ad abbellire la casa e a godere di questa atmosfera appagante. Personalmente, mi sento piena di stupore quando apro le scatole delle decorazioni. E’ come se tornassi bambina ogni volta che guardo l’albero e le meraviglie appese in giro per la casa. Appendo ramoscelli e palline ovunque. Preparo le decorazioni inserendo sempre elementi naturali raccolti durante l’anno. Ci penso sempre qualche giorno alla decorazioni dell’albero. Mi affido alle immagini creative dentro di me e lo creo. Preparo anche un mix di erbe composto da 7 chiodi di garofano, 3 foglie di alloro , 1 rametto di rosmarino, la buccia di un limone e di un’arancia, 5 bacche di Ginepro, 1 cucchiaino di zenzero in polvere. Aggiungo qualche grano di incenso alla mirra. A volte anche 3 gocce di olio essenziale di Bergamotto. Sminuzzo le erbe in un mortaio. Racchiudo questa miscela in sacchettini e la pongo nei luoghi, in cui si desidero protezione oppure li porto con me contro la negatività. Portarle con sé significa, infatti, preservarne le virtù ed entrare in sintonia con la loro energia. Il mix può anche essere bruciato nel periodo di Yule, che ricordo termina il 15 di gennaio durante il rituale.
Infine, mi delizio di una fumante tisana contenente 7 foglie di alloro, 5 bacche di ginepro, un pizzico di cannella in polvere, scorzette di arancia, scorzette di cedro. Metto a bollire in un pentolino per almeno 20 minuti, filtro, all’occorrenza aggiungo un cucchiaino di miele. Potete scegliere ad esempio quello di eucalipto, del quale adoro il profumo delizioso.
Conclusioni
Quale che siano le credenze di ciascuno, celebrare Yule, specie in un momento in cui anche nominare il Natale sembra essere un tabù, serve a riconnettersi con il legame ancestrale dell’uomo con la natura.
Le feste legate al ciclo solare e lunare rimandano ad un momento storico che si perde nel remoto passato. Un momento indefinito, vicino alla creazione, quando l’uomo aveva consapevolezza di essere parte di un tutto e non pretendeva di essere un dominatore della natura e delle sue creature. La comunione col sacro che ne derivava, cingeva gli esseri umani di una magia mistica che li connetteva con la loro parte spirituale, l’emisfero destro, la parte animica. Col tempo e con l’avvento delle nuove religioni, si è andato perdendo questo legame, purtroppo.
Sta a noi adesso, all’alba di questa nuova era che ci attende, preservare e recuperare questi legami mistici, per portarli nella materialità. Ho fiducia che sarà questa nuova spiritualità, in connessione con l’universo, che ci aiuterà ad acquisire maggiore consapevolezza di noi stessi.